Canzoni per la pace
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 12:58:36    Oggetto:
 
Caterina Caselli - Incubo numero quattro

Ho sognato di essere un indiano e morivo di fame
Ho sognato di essere un fucile e dovevo sparare
Ho sognato di fare la guerra ma non posso pi� odiare
Ho sognato che cadeva la pioggia e non la potevo fermare
E sulle strade correvano carri armati
E non c'erano voci di bimbi a giocare nei prati
E non c'erano voci di donne a parlare d'amore
Ma soltanto sirene e sirene ad urlare il terrore
Realt�, vieni
Realt�, vieni
Ma con l'alba i sogni muoiono
Sorge il sole spazzer� le ombre nere dei miei incubi che non sono
realt�
Realt�, vieni
Realt�, vieni
La speranza � un fiume limpido e la luce � un vento che
porter� tutti i miei incubi via lontano da me, da me
Realt�, vieni
Realt�, vieni
Ho sognato di vedere un tramonto di case incendiate
Ho sognato che il sole bruciava e non era d'estate
E i juke-box non cantavano pi� le canzoni d'amore
E non c'era la voce del vento a cullare i miei fiori
Ma soltanto sirene e sirene ad urlare il terrore.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:00:01    Oggetto:
 
Fabrizio De Andr� - Fila la lana
da una canzone popolare francese del XV secolo.

Nella guerra di Valois il signor di Vly � morto,
se sia stato un prode eroe non si sa, non � ancor certo.
Ma la dama abbandonata lamentando la sua morte
Per mille anni e forse ancora pianger� la triste sorte.

Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore apri le pagine al suo dolore.

Son tornati a cento e mille i guerrieri di Valois,
son tornati alle famiglie, ai palazzi e alle citt�.
Ma la dama abbandonata non ritrover� il suo amore
e il gran ceppo nel camino non verr� a scaldarle il cuore.

Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore apri le pagine al suo dolore.

Cavalieri in battaglia ignorate la paura
stretta sia la vostra maglia, ben temprata l'armatura.
Al nemico che vi assalta siate presti a dar risposta
perch� dietro a quelle mura vi s'attende senza sosta.

Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore apri le pagine al suo dolore.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:00:58    Oggetto:
 
Francesco De Gregori - Centocinquanta Stelle

Centocinquanta stelle in fila indiana,
in questa notte umida che sa di maggiorana,
in questa notte splendida che sa di malva,
centocinquanta stelle in questa notte calda.

Centocinquanta stelle o centocinquantuno
ed io che le sto a contare in questo cielo di nerofumo.
Le conto e le riconto e vai col tango,
in questa notte lurida che sa di fango.

E tirano certe bombe che nessuno se le aspettava,
in questa notte storica senza lapilli e senza lava
e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli
che ammazzano le persone e risparmiano gli scoiattoli.

Centocinquanta stelle e pi� di una scintilla,
in questa notte isterica che sa di camomilla,
centocinquanta stelle o millecinquecento
ed io che le riconto e piano piano mi addormento.

Centocinquanta stelle ed una stella sola
in questa notte ipocrita che sa di Coca Cola,
una notte cos� amichevole da dormire in un sacco a pelo,
centocinquanta stelle in mezzo al cielo.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:01:43    Oggetto:
 
Francesco De Gregori - Ges� bambino

Ges� piccino pici�, Ges� Bambino, fa che venga la guerra prima che si pu�. Fa che sia pulita come una ferita piccina pici�, fa che sia breve come un fiocco di neve. E fa che si porti via la malamorte e la malattia, fa che duri poco e che sia come un gioco.

Tu che conosci la stazione e tutti quelli che ci vanno a dormire, fagli avere un giorno l'occasione di potere anche loro partire. Partire senza biglietto, senza biglietto volare via, per essere davvero liberi non occorre la ferrovia.

E fa che piova un p� di meno sopra quelli che non hanno ombrello e fa che dopo questa guerra il tempo sia pi� bello.

Ges� piccino pici�, Ges� Bambino comprato a rate, chiss� se questa guerra potr� finire prima dell'estate, perch� sarebbe bello spogliarci tutti e andare al mare e avere dentro agli occhi, dentro al cuore, tanti giorni ancora da passare. E ad ogni compleanno guardare il cielo ed essere d'accordo e non avere pi� paura, la paura � soltanto un ricordo.

Ges� piccino pici�, Ges� Bambino alla deriva, se questa guerra deve proprio farsi fa che non sia cattiva. Tu che le hai viste tutte e sai che tutto non � ancora niente, se questa guerra deve proprio farsi fa che non la faccia la gente. E poi perdona tutti quanti, tutti quanti tranne qualcuno, e quando poi sar� finita fa che non la ricordi nessuno.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:02:11    Oggetto:
 
Francesco De Gregori - Il cuoco di Sal�

Alla sera vedo donne bellissime
da Venezia arrivare fin qua
e salire le scale e frusciare
come mazzi di rose
Il profumo rimane nell'aria
quando la porta si chiude
ed allora le immagino nude a aspettare
sono attrici scappate da Roma
o cantanti non ancora famose
che si fermano per una notte
o per una stagione
al mattino non hanno pudore
quando scendono per colazione
puoi sentirle cantare.

Se quest'acqua di lago fosse acqua di mare
quanti pesci potrei cucinare stasera
anche un cuoco pu� essere utile in una bufera,
anche in mezzo a un naufragio si deve mangiare.

Che qui si fa l'Italia e si muore
dalla parte sbagliata
in una grande giornata si muore
in una bella giornata di sole
dalla parte sbagliata si muore.

E alla sera da dietro a quei monti
si sentono colpi non troppo lontani
c'� chi dice che sono banditi
e chi dice americani
io mi chiedo che faccia faranno
a trovarmi in cucina
e se vorranno qualcosa per cena.

Se quest'acqua di lago potesse ascoltare
quante storie potrei raccontare stasera
quindicenni sbranati dalla primavera,
scarpe rotte che pure li tocca di andare.

Che qui si fa l'Italia e si muore
dalla parte sbagliata
in una grande giornata si muore
in una bella giornata di sole
dalla parte sbagliata si muore
in una grande giornata si muore
dalla parte sbagliata
in una bella giornata di sole
qui si fa l'Italia e si muore.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:02:48    Oggetto:
 
Francesco De Gregori - Rumore di niente

L'avevi creduto davvero
Che avremmo parlato Esperanto?
L'avevi creduto davvero
O l'avevi sperato soltanto?
Ma che tempo
E che elettricit�
Ma che tempo che �
E che tempo che sar�
Ma che tempo far�?
Non lo senti che tuona?
Non lo senti che tuona gi�?
Non lo senti che suona?
� lontano per� sembra gi� pi� vicina
Questa musica che abbiamo sentito gi�
Babbo c'� un assassino non lo fare bussare
Babbo c'� un indovino non lo fare parlare
Babbo c'� un imbianchino vestito di nuovo
C'� la pelle di un vecchio serpente
Appena uscita da un uovo
E c'� un forte rumore di niente
Un forte rumore di niente.

L'avevi creduto davvero
Che avremmo parlato d'amore?
Lo avevi creduto davvero
O l'avevi soltanto sperato col cuore?
Gli occhi oggi gridano agli occhi
E le bocche stanno a guardare
E le orecchie non vedono niente
Tra Babele e il Villaggio Globale
Babbo c'� un assassino non lo fare bussare
Babbo c'� un indovino non lo fare parlare
Babbo c'� un imbianchino vestito di nuovo
C'� la pelle di un vecchio serpente
Appena uscita da un uovo
E c'� un forte rumore di niente
Un forte rumore di niente.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:03:18    Oggetto:
 
Francesco De Gregori - San Lorenzo

Cadevano le bombe come neve
il 19 luglio a San Lorenzo
sconquassato il Verano
dopo il bombardamento
tornano a galla i morti
e sono pi� di cento.

Cadevano le bombe a san Lorenzo
e un uomo stava a guardare la sua mano
viste dal Vaticano
sembravano scintille
l'uomo raccoglie la sua mano
e i morti sono mille

E un giorno credi questa guerra finir�
ritorner� la pace ed il burro abbonder�
e andremo a pranzo la domenica fuori porta a Cinecitt�
oggi piet� l'� morta
ma un bel giorno rinascer�
e poi qualcuno far� qualcosa
magari si sposer�

E il Papa la mattina da San Pietro
usc� tutto da solo fra la gente
e in mezzo a San Lorenzo
spalanc� le ali
sembrava proprio un angelo con gli occhiali

E un giorno credi questa guerra finir�
ritorner� la pace ed il burro abbonder�
e andremo a pranzo la domenica fuori porta a Cinecitt�
oggi piet� l'� morta
ma un bel giorno rinascer�
e poi qualcuno far� qualcosa
magari si sposer�.
_________________
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:04:32    Oggetto:
 
The Doors - The unknown soldier

Wait until the war is over
and we're both a little older.
The unknown soldier

Breakfast where the news is read
television children fed
unborn living, living, dead,
bullet strikes the helmet's head.

And it's all over for the unknown soldier.
It's all over for the unknown soldier.

March!

Make a grave for the unknown soldier
nestled in your hollow shoulder.
The unknown soldier

Breakfast where the news is read
television children fed
unborn living, living, dead,
bullet strikes the helmet's head.

And it's all over, the war is over
It's all over, war is over

All over baby, all over...

traduzione...

IL MILITE IGNOTO

Aspetta che la guerra sia finita
e saremo solo un po' pi� vecchi.
Il milite ignoto

Colazione leggendo il giornale
TV, i bambini hanno mangiato
vita non nata, vita morta
il proiettile nella testa dentro un elmetto

Ed � tutto finito per il milite ignoto.
E' tutto finito per il milite ignoto. Marsc'!



Scavate una tomba al milite ignoto
sistematevela nell'incavo delle spalle.
Il milite ignoto

Colazione leggendo il giornale
TV, i bambini hanno mangiato
vita non nata, vita morta
il proiettile nella testa dentro un elmetto

Ed � tutto finito, la guerra � finita
� tutto finito, la guerra � finita

Tutto finito, baby, tutto finito...
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:08:21    Oggetto:
 
Bob Dylan - Blowin' in the wind

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

traduzione

Quante strade deve percorrere un uomo
prima che lo si possa chiamare uomo?
S�, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
prima che possa riposare nella sabbia?
S�, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
prima che riesca a vedere il cielo?
S�, e quante orecchie deve avere un uomo
prima che possa ascoltare la gente piangere?
S�, e quante morti ci vorranno perch� egli sappia
che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni pu� esistere una montagna
prima di essere lavata dal mare?
S�, e quanti anni la gente deve vivere
prima che possa essere finalmente libera?
S�, e quante volte un uomo pu� voltare la testa
fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

<hr>

Di questa canzone esiste anche una versione italina cantata da Luigi Tenco, appena recupero il testo la posto
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:09:28    Oggetto:
 
Francesco Guccini - Libera Nos Domine

Da morte nera e secca, da morte innaturale
da morte prematura, da morte industriale
per mano poliziotta, di pazzo o generale
diossina o colorante, da incidente stradale
dalle palle vaganti d'ogni tipo e ideale
da tutti questi insieme, e da ogni altro male
libera, libera, libera,
libera nos, Domine.

Da tutti gli imbecilli d'ogni razza e colore
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore
Dai pazzi giacobini e dal loro bruciore
da visionari e martiri dell'odio e del terrore
Da chi ti paradisa dicendo "� per amore"
dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore"
libera, libera, libera,
libera nos, Domine

Dai poveri di spirito e dagli intolleranti
da falsi intellettuali giornalisti ignoranti
Da eroi, navigatori, profeti, vati, santi
dai sicuri di s� presuntuosi e arroganti
Dal cinismo di molti dalle voglie di tanti
dall'egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti
libera, libera, libera,
libera nos, Domine

Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura
dai preti di ogni credo da ogni loro impostura
Da inferni e paradisi da una vita futura
da utopie per lenire questa morte sicura
Da crociati e crociate da ogni sacra scrittura
da fedeli invasati di ogni tipo e natura
libera, libera, libera,
libera nos, Domine
libera, libera, libera,
libera nos, Domine
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:10:03    Oggetto:
 
Francesco Guccini - Primavera di Praga

Di antichi fasti la piazza vestita
grigia guardava la nuova sua vita:
come ogni giorno la notte arrivava,
frasi consuete sui muri di Praga.

Ma poi la piazza ferm� la sua vita
e breve ebbe un grido la folla smarrita
quando la fiamma violenta ed atroce
spezz� gridando ogni suono di voce.

Son come falchi quei carri appostati;
corron parole sui visi arrossati,
corre il dolore bruciando ogni strada
e lancia grida ogni muro di Praga.

Quando la piazza ferm� la sua vita
sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero
lasci� la terra e si alz� verso il cielo,

quando ciascuno ebbe tinta la mano,
quando quel fumo si sparse lontano
J�n Hus di nuovo sul rogo bruciava
all'orizzonte del cielo di Praga.

Dimmi chi sono quegli uomini lenti
coi pugni stretti e con l'odio fra denti;
dimmi chi sono quegli uomini stanchi
di chinar la testa e di tirare avanti;

dimmi chi era che il corpo portava,
la citt� intera che lo accompagnava:
la citt� intera che muta lanciava
una speranza nel cielo di Praga.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:11:43    Oggetto:
 
Mercanti Di Liquore - Cerco il mugnaio

Forza venite gente, correte, correte, � scoppiata la guerra!
Vi si comanda perci� di prender le armi e lasciar questa terra
il vostro re vi guida alla vittoria, ritornerete carichi di gloria

E tutti quanti dicon di si, e sono gi� pronti a partire
soltanto Cecco il mugnaio stavolta ha deciso di disobbedire

Forza venite gente, correte, correte, � scoppiata la fame
Vi si comanda perci� di portare a palazzo ogni avanzo di pane
il vostro re dev'essere nutrito, venite a soddisfare il suo appetito

E tutti quanti dicon di si e sono gi� pronti a partire
soltanto Cecco il mugnaio decide di nuovo di disobbedire

Forza venite gente, correte, correte, � scoppiato il dolore
Vi si comanda perci� di non bere pi� vino e non fare all'amore
il vostro re si strugge nel tormento, quindi si faccia eco al suo lamento

E tutti quanti dicon di si e sono gi� pronti a partire
soltanto Cecco il mugnaio, continua tranquillo a disobbedire

Forza venite gente, correte, correte, � scoppiata la peste
Vi si comanda perci� di chiudervi in casa e serrar le finestre
dimenticate dunque questa vita, il vostro re dichiara che � finita

E tutti quanti dicon di si, e sono gi� pronti a morire
soltanto Cecco il mugnaio decide di nuovo di disobbedire

Ora il villaggio � deserto e nelle contrade non c'� pi� nessuno
freddo percorre le strade un vento cattivo, fratello del fumo
resta soltanto Cecco che ride a gran voce tra i muri di corte
disobbediente alla fame, alla sete, al dolore e persino alla morte.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:12:37    Oggetto:
 
Modena City Ramblers - L'unica superstite

A Bettola stava scendendo la sera e
Lilli era pronta per andare a dormire
birocciai e sfollati per il coprifuoco
ritornavano a cercare un riparo
era il '44 sui monti di Reggio
la notte di San Giovanni
la ronda ha scoperto tre partigiani
venuti per distruggere il ponte

I partigiani hanno ucciso un tedesco ma un altro ha dato l'allarme
il comando SS ha deciso di fare una rappresaglia esemplare
la notte i soldati armati di mitra sono andati casa per casa
avevano l'ordine di uccidere tutti uomini, donne e bambini

Li hanno svegliati e radunati in cucina poi hanno sparato una raffica
Lilli � caduta tra il nonno e la nonna coperta del suo e il loro sangue
i soldati avevano portato benzina e hanno incendiato le case
ma Lilli era viva, � riuscita a arrivare alla finestra e lasciarsi cadere

Ma la casa bruciava e sarebbe caduta
su Lilli come un colpo di grazia
� molto difficile scappare lontano
a undici anni con la gola ferita

e sentiva le grida mischiate agli spari
e le bestie nitrire impazzite
e le voci metalliche degli ufficiali
e sentiva il calore del fuoco

L'hanno trovata soltanto al mattino
ferita bruciata ma viva
il postino l'ha messa sulla bicicletta
e portata dai parenti in pianura

poi Lilli � guarita e la guerra � finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce

Ora Lilli vive una vita serena ed � nonna di tanti nipoti
ma a volte si sveglia con gli occhi aperti nel buio
e rivede la Bettola in fiamme.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:13:26    Oggetto:
 
Modena City Ramblers - Cent'anni di solitudine

Colonnello consegna le tue armi
non puoi vincere la lotta � gi� finita
hai la Chiesa contro,
gli alleati hanno tradito
e hai gi� perso troppi amici
in questa guerra
hai preso parte a trentadue rivoluzioni
e trentadue rivoluzioni le hai perdute
(Tienes que esperar!)
Quando meno te lo aspetti
verr� un uomo
con la tua bandiera in mano

Cent'anni (cien a�os) de soledad
troppe sconfitte, troppi nemici
Tienes que esperar
tienes, tienes que esperar
Cent'anni (cien a�os) de soledad

el presidente, el cardinal
el fundo monetario internacion�l
(Tienes que esperar) Remedios lavora
al mercato a San Cristobal
al banco della frutta di sua madre
a cinque anni ha gi� imparato
a fregare sul resto
con i gringos e i turisti giapponesi
discende dai Maya, signori della Terra
per un dollaro la puoi fotografare
e nelle foto non sorride,
ma sembra che ascolti
il suono di una musica lontana
Tienes que esperar
tienes, tienes que esperar

Cent'anni (cien a�os) de soledad
di schiene piegate, donne picchiate
guardie bianche, mani armate
Cent'anni (cien a�os) de soledad
di vecchie canzoni dimenticate
dei giorni ribelli di Paddy Garcia

Padre Miguel vive nella Favela
cerca ogni giorno
di portare una risposta
ai meserabili, ai ladri,
ai bambini di strada
coi loro sguardi insieme duri e spaventati
alle puttane e alle jineteras
a quelli in fuga ai morti di fame
a loro Dio ha promesso
i cieli e la Terra
e gli altri uomini
li schiacciano nel fango
nel fango
Tienes que esperar
tienes, tienes que esperar

Cent'anni (cien a�os) de soledad
spera e aspetta, aspetta e spera
nascondi il crocefisso
e la bandiera rossa
Cent'anni (cien a�os) de soledad
di menzogne, di parate
di coprifuoco di vite rubate.
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MessaggioInviato: Luned� 24 Marzo 2003, 13:14:00    Oggetto:
 
Modena City Ramblers - Lettera dal fronte

L'amore � rimasto agli uccelli
non c'e posto per il ricordo
le lettere che mi spedisci
dormono in qualche stazione

Questa guerra non vede la fine
l'accampamento � una prigione
l'inverno ha coperto i pensieri
poi l'estate li ha sciolti nel fango

Questo tempo ingessa il mio cuore
solo gli uccelli sanno volare
l'illusione � finita da un pezzo
di vincere per un mondo migliore

Il nemico ci guarda dai monti
al tramonto i binocoli brillano
anche da loro forse qualcuno
sogna di essere uccello

Le lettere che mi spedisci
dormono in qualche stazione
ti prego, non cercarmi fintanto
che un merlo non ti picchia alla porta.
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